Travolti da un’auto.
Succede ad Alcamo mercoledì scorso, dove due adolescenti di un centro di accoglienza per stranieri minori non accompagnati sono finiti all’ospedale, Fortunatamente non hanno riportato lesioni molto gravi, ma lievi contusioni e un trauma toracico.
Stavano protestando contro il ministero dell’Interno, per l’eccessivo tempo di permanenza nella struttura, lontanissimo dal periodo di 60 giorni previsto dalla legge.
La via Ugo Foscolo, bloccata con sedie e cassonetti della spazzatura, è stata forzata da un automobilista. I due ragazzi sono stati sbalzati a circa 2 metri.
Una reazione involontaria, secondo l’automobilista, che ha raccontato di aver premuto l’acceleratore perché preso dal panico e dalla confusione.
Difficile dire (ci sarebbero indagini in corso) se il giovane alcamese abbia raccontato la verità. Nessuno, fino ad ora, pare abbia dichiarato che si sia trattato di un gesto intenzionale. Certamente, nei confronti dei migranti di quel quartiere e delle loro reiterate proteste, l’intolleranza è crescente da molto tempo.
Un’intolleranza che sfocia in commenti razzisti sui siti d’informazione locale, dove c’è chi addirittura suggerisce di “darli in pasto ai coccodrilli”.
Una città come tante altre dove, ancor prima dell’intolleranza e del razzismo, il male principale sembra essere la disinformazione.
Pubblichiamo volentieri per intero, un comunicato stampa del Comitato Antirazzista di Alcamo:
“In riferimento all’ incidente occorso a due minori stranieri, nel corso di una protesta, avvenuta ieri in via Ugo Foscolo, il Comitato Antirazzista ‘Non basta un minuto di silenzio – Hurrija’ esprime grande preoccupazione per l’atteggiamento di ostilità nei riguardi delle persone richiedenti asilo, residenti sul territorio alcamese, inaspritosi in seguito ad episodi di protesta, in cui si rivendica il diritto fondamentale dell’acquisizione dei documenti in tempi ragionevoli. La burocrazia a cui devono sottoporsi le persone richiedenti protezione internazionale è complicata, lunga e sfinente. Una burocrazia che non rispetta affatto le esigenze umane e che, qualche volta, esaspera gli animi di chi è costretto a subirla, obbligandolo ad una condizione di sospensione della propria vita, che non sempre si riesce ad affrontare con serenità e che può determinare stati di frustrazione non indifferenti. Non è semplice adeguarsi ai canoni di una nuova società da imparare, che offre spazi risicati e persino contesi da chi vive difficoltà giornaliere, certamente non dettate dalla presenza delle persone richiedenti protezione. La retorica xenofoba e razzista, che dirige sui rifugiati la rabbia dei cittadini, è oltremodo pericolosa ed è causa di tensioni sociali difficili da arginare. Si chiede, perciò, grande responsabilità a tutti gli attori sociali, in special modo ai soggetti politici, nell’uso dell’argomento ‘migrazioni’. Si chiede di opporre alla cultura dell’odio una ferma cultura della convivenza e del riconoscimento reciproco e di ridare alla parola accoglienza il senso originario, capace di farsi carico dell’essere umano, in ogni suo aspetto. Si invita, inoltre, a condannare incondizionatamente ogni episodio lesivo della dignità umana e a denunciare atteggiamenti e contenuti che istigano a comportamenti violenti, in nome di una giustizia sommaria che è offensiva di uno stato di diritto che voglia dirsi tale. Per qualcuno la vita è più difficile che per altri, facciamoci compagni e non nemici di chi ha dovuto abbandonare la propria e reinventarsene un’altra.”
Egidio Morici
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